V Domenica di Pasqua

Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostegno economico della Chiesa

Quante volte la nostra vita ci è apparsa priva di senso: ai momenti di felicità, che ci sembrano sempre brevissimi e fugaci, si alternano periodi di sconforto e di dolore talvolta così lunghi da sembrare infiniti. Le incombenze materiali di ogni giorno ci costringono a lottare, a soffrire, a imprecare. La fatica è una costante compagna. I rapporti con gli altri non sono mai come li vorremmo. L’odio, la violenza, le guerre, le sopraffazioni ci atterriscono. La malattia e la precarietà della condizione umana ci inseguono da vicino ogni giorno. Gesù lo sapeva bene: “a ciascun giorno basta la sua pena”, ha detto alle folle che lo ascoltavano, raccomandandosi di non affannarsi inutilmente per il domani (Mt 6, 34). Tutto qui il messaggio cristiano? Tutta qui la speranza che ci offre Gesù? Per niente: la vita vera non è questa. Questa vita è il percorso che attraversiamo per imparare, proprio grazie o a causa delle sue difficoltà, in modo spesso misterioso e incomprensibile al nostro bisogno di razionalità, di ragione, di motivazioni concrete, l’unica cosa che conta: amare. Forse amare non ci serve adesso: ci servirà dopo, perché sarà l’unica cosa che ci servirà saper fare nella vita eterna. E amare è il destino che ci attende dopo questa vita terrena.

Ebbene, cos’è la vita eterna che ci attende? E’ Gesù stesso a rivelarcelo: è conoscere Dio, l’unico vero Dio, e colui che ha mandato, Gesù Cristo. Conoscere Dio: la vita eterna è l’instaurarsi perenne di una relazione d’amore profonda e intima con Dio. Non dimentichiamo il significato del verbo “conoscere” in senso biblico. E’ il modo più profondo di entrare in una relazione d’amore. La vita eterna sarà allora una profonda, intima e irreversibile relazione d’amore con Dio.

(A. M. Argine)


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SYN-n.-35-28-aprile-2024

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