V Domenica dopo Pentecoste
Quelle di Gesù non sono mai parole di condanna nei confronti dell’uomo: ciò che viene condannato è sempre il peccato, mai la persona. L’invito che ci rivolge il Signore Gesù è quello di affinare il nostro sguardo, di non fermarci alle apparenze e di osservare in profondità: oltre lo schermo dei limiti umani si trova sempre l’abbraccio misericordioso della vita eterna, e il dono che abbiamo ricevuto è il dono della capacità di vedere questo traguardo. Se non lo vediamo non è perché siamo incapaci di vederlo: è perché non vogliamo vederlo.
A. M. Argine
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SYN-n.-43-23-giugno-2024