Domenica nell’Ottava del Natale del Signore
Apertura nelle Diocesi del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025
Leggi SYN, il notiziario settimanale della Comunità Pastorale
SYN-n.-62-29-dicembre-2024Apertura nelle Diocesi del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025
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SYN-n.-62-29-dicembre-2024C’è questo Nicodemo, un fariseo, anzi un capo dei farisei, che evidentemente è incuriosito da Gesù, ma non vuole che si sappia in giro. Così va a cercarlo di nascosto, di notte, per parlargli. Non è un fariseo nel senso peggiore del termine: le sue intenzioni sono oneste e lui stesso sembra essere un uomo pacifico e desideroso di cercare la fede. Tanto è vero che esordisce con un’affermazione: “sappiamo che sei venuto da Dio come maestro”. Viene subito da chiedersi: se Nicodemo (e non solo lui, visto che usa il plurale) sa che Gesù è venuto da Dio, non è forse già a posto così? […]
Alle radici profonde della nostra origine umana si trova la risposta a una delle domande personali più inquietanti: “Da dove vengo?”. Nessuno è mai andato là dove il tempo e lo spazio sono iniziati, eppure è da lì che tutti veniamo. In quel punto, in quel preciso momento, Dio divenne amore, e l’amore divenne qualcosa che era possibile condividere e trasmettere: è quello che Giovanni chiama “Verbo” (lògos, parola, cioè la base di ogni comunicazione). Diventando Verbo, Dio imparò a comunicare l’unica cosa che conosceva: l’amore. E così Dio divenne una relazione d’amore. “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1) si può benissimo sintetizzare dicendo: “Prima di ogni altra cosa, Dio ha inventato l’amore”. Ecco che ora sappiamo non soltanto da dove veniamo, ma sappiamo anche perché esistiamo e dove andiamo: veniamo da una relazione d’amore con Dio, esistiamo grazie a una relazione d’amore con Dio, andiamo verso una relazione d’amore con Dio.
(A. M. Argine)
«Non è bene che l’uomo sia solo». Poche parole per dire che la solitudine è un non-bene, cioè che è un male. Poche parole per dire quindi che la solitudine è opera del demonio e non è ciò che Dio ha progettato per i suoi figli. Siamo stati creati dentro una relazione, grazie a una relazione, non possiamo pretendere di essere autosufficienti: abbiamo bisogno dell’altro. […]
Cos’è un sepolcro? Un luogo oscuro, freddo e maleodorante. Tutti abbiamo fatto l’esperienza del sepolcro nella nostra vita: ogni volta che l’angoscia, la tristezza e il dolore ci hanno sopraffatto, siamo finiti come morti nel nostro personale sepolcro, dove eravamo soli nel buio della nostra disperazione. […]
Quello della Trinità viene spesso definito un “mistero”, un concetto incomprensibile alla ragione e per questo proposto all’adesione di fede: tre “persone” in una, il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Ma non dobbiamo dimenticare che noi siamo creati a immagine e somiglianza di Dio e perciò, in virtù della nostra somiglianza con Lui, anche in noi esiste un’immagine della Trinità. […]
I lacci dei sandali che Giovanni il Battista non osa slegare a chi viene dopo di lui sono il simbolo del nostro legame d’amore con Cristo. La vita eterna ci è data grazie al cammino che Gesù vuole compiere insieme a noi nei tortuosi sentieri della nostra vita terrena: togliere quelle stringhe significa azzoppare l’amore di Dio, è come vietargli di camminare con noi.
(A. M. Argine)