27 Ottobre 2023 – Messa per la pace
Partecipiamo alla Messa per la pace, voluta da Papa Francesco in tutta la Chiesa.
Messa-per-la-pace-27-Ottobre-1Partecipiamo alla Messa per la pace, voluta da Papa Francesco in tutta la Chiesa.
Messa-per-la-pace-27-Ottobre-1C’era una volta Simone, un fariseo rispettabile e perbene, e c’era una peccatrice, una donna di malaffare, di cui non si sa il nome. L’uomo rispettabile invita Gesù a pranzo, a casa sua. In quella casa si introduce anche la peccatrice. Chissà perché una peccatrice bazzicava quella casa, ma ora non importa saperlo. È invece importante sapere che …
C’è questo Nicodemo, un fariseo, anzi un capo dei farisei, che evidentemente è incuriosito da Gesù, ma non vuole che si sappia in giro. Così va a cercarlo di nascosto, di notte, per parlargli. Non è un fariseo nel senso peggiore del termine: le sue intenzioni sono oneste e lui stesso sembra essere un uomo pacifico e desideroso di cercare la fede. Tanto è vero che esordisce con un’affermazione: “sappiamo che sei venuto da Dio come maestro”. Viene subito da chiedersi: se Nicodemo (e non solo lui, visto che usa il plurale) sa che Gesù è venuto da Dio, non è forse già a posto così? […]
Quelle di Gesù non sono mai parole di condanna nei confronti dell’uomo: ciò che viene condannato è sempre il peccato, mai la persona. L’invito che ci rivolge il Signore Gesù è quello di affinare il nostro sguardo, di non fermarci alle apparenze e di osservare in profondità: oltre lo schermo dei limiti umani si trova sempre l’abbraccio misericordioso della vita eterna, e il dono che abbiamo ricevuto è il dono della capacità di vedere questo traguardo. […]
In cosa consiste “l’intima presunzione di essere giusti” di cui parla oggi il Vangelo? Consiste nel mettere tranquilla la nostra coscienza davanti a Dio convinti che non facciamo niente di male…
“Qui non c’è quasi niente, siamo in mezzo a un deserto” dicono a Gesù i suoi discepoli guardando quella folla di cinquemila uomini, più le donne e i bambini, forse sette o ottomila persone in tutto, gente che è andata lì affamata di speranza per ascoltare Gesù, ma che adesso è fisicamente affamata ed è stanca. Quante volte nella vita mi sento come in mezzo a un deserto, dove tutto è arido, dove in giro non c’è niente di buono, dove non vedo altro che inadeguatezza, scarsità, inutilità. Frugo dentro di me e tutto quello che ho è un pezzetto di niente, dimmi come faccio a sfamarmi e a sfamare tutta la gente che c’è qui intorno, gente che aspetta da me del cibo, o almeno una parola buona, un sorriso, qualcosa insomma che non ci faccia morire tutti di fame in questo maledetto deserto. Beh, proprio come alle nozze di Cana, basta fare qualunque cosa dica Lui di fare. E mica chiede la luna, no: tutto quello che chiede è dargli il quasi niente che abbiamo. A trasformare quel quasi niente in un’abbondanza esagerata di cibo, di gioia, di amore, ci pensa Gesù. Io devo solo dargli il mio quasi niente.
(A. M. Argine)
Quanto la fede ci dona e quanto la Parola di Dio ci fa conoscere non è possibile trattenerlo per noi stessi. Noi siamo qui perché gli apostoli e generazioni e generazioni di cristiani hanno annunciato quello che ha detto Gesù, quello che è successo a Gesù, quanto lui ha donato, quanto ha fatto al discepolo di ogni tempo. Abbiamo ricevuto un’eredità, che è anche una responsabilità. Siamo chiamati ad annunciare un ricordo vivo che di generazione in generazione è arrivato fino a noi e con noi può continuare, se accogliamo questa eredità e la mettiamo nelle mani di altri perché anche loro possano sentirsi eredi di questo mandato di Gesù.